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il Vaccino Esavalente

Una dose di un vaccino Esavalente, obbligatorio nel primo anno di vita di un bambino a partire dai due mesi, Infanrix Hexa Glaxo S. Kline contiene:

4.901.908.000.000.000.000 molecole (4 Trilioni 901 Biliardi 908 Bilioni) di Alluminio.

Una dose di Hexyon Sanofi:

4.901.908.000.000.000.000 molecole (4 Trilioni 901 Biliardi 908 Bilioni)

L’alluminio è un metallo duttile, leggero ma resistente. L’Idrossido di Alluminio, in uso nei vaccini, viene prodotto dall’idratazione dell’ossido di alluminio, l’ossido ceramico d’alluminio. Idratazione è la reazione chimica tra molecole di acqua addizionate a sostanze chimiche, la molecola che reagisce con l’acqua attraverso la reazione di idratazione non viene scissa, a differenza di quanto accade nell’idrolisi. Può essere in forma cristallina o in gel. Il calcolo delle molecole è solo sull’alluminio puro contenuto nell’adiuvante, 0,224 mg (milligrammi) nell’Infarix Hexa, 0,204 mg nell’Hexyon. Anche i vaccini raccomandati anti-pneumococco e anti-meningocco contengono alluminio. Alla fine di un anno di vita un bambino, che abbia fatto tutti i vaccini, ha e conserverà a lungo molte molecole del duttile metallo in vari apparati del suo corpo.

Molti medici e studiosi hanno documentato, nelle loro ricerche, la pericolosità dell’alluminio. Uno, in particolare, ha scoperto e documentato la persistenza del metallo nel corpo di animali e degli uomini. Un medico francese coraggioso e molto tenace nell’attività di ricerca: Romain Gherardi. Il suo libro Toxic Story- due o tre verità imbarazzanti sugli adiuvanti nei vaccini, non è stato ancora tradotto e pubblicato in Italia.

Ecco la sua storia, che contiene nell’appendice i riferimenti delle sue scoperte e degli studi pubblicati, interviste e film.

La scoperta definitiva della tossicità dell’adiuvante con alluminio: la ricerca di Romain Gherardi e della sua equipe

Si tratta delle ricerca più lunga e approfondita sugli effetti dell’alluminio, contenuto nell’adiuvante dei vaccini. E’ definitiva, altamente oggettiva e scientifica, che dimostra come l’alluminio rimanga a lungo nell’organismo e non viene espulso rapidamente.

Medico ricercatore autentico ha continuato il lavoro anche in collaborazione con l’Associazione 3M. Con lui collabora fin dall’inizio il prof. François-Jérôme Authier.

L’inizio

Romain K Gherardi è direttore del Servizio di Istologia dell’Ospedale Henri-Mondor di Créteil (Parigi), centro di riferimento per le malattie neuromuscolari e dell’Unità INSERM U955 E10 dell’Università di Parigi-Est “Interazioni cellulari nel sistema neuro-muscolare”. E’ capo del servizio di Istologia-Embriologia del Mondor Hospital Henri (Créteil), Centro di riferimento di malattie neuromuscolari,  è uno specialista in malattie neuromuscolari, si è laureato in Neurologia e Patologia e professore di università. Operatore ospedaliero dal 1990.

Nel 1993 partecipa a una riunione di specialisti neuropatologi francesi, dove vengono, per la prima volta, presentate immagini, evidenziate al microscopio elettronico, di tessuto muscolare prelevato con biopsia. Si tratta di macrofagi (cellule del sistema immunitario, con il compito di eliminare sostanze estranee all’organismo, che potrebbero essere dannose) pieni di agglutinati cristallini di una sostanza sconosciuta.

La paziente a cui è stato prelevato questo tessuto soffre di miopatia, dolori, fatica cronica invalidante (non è più in grado di fare il minimo sforzo, quindi ha perso il lavoro), ha cefalee e difficoltà a concentrarsi.  Sembra una malattia neurologica a tutti gli effetti, non solo muscolare. Nessuno di loro si rende conto di cosa si tratta e di cosa accadrà.

Qualche settimana più tardi, gennaio1994, nel laboratorio d’istologia dell’ospedale Henri-Mondor il professor Gherardi e un collega neuropatologo esaminano al microscopio elettronico i prelievi (surgelati a -180°, non conservati nel formolo) fatti nel muscolo deltoide e nel nervo periferico di un paziente dell’ospedale che soffre di dolori muscolari inspiegati e di fatica cronica: sono immagini identiche a quelle viste nella riunione di aggiornamento dei neuropatologi.

I due specialisti cominciano a consultare tutta la letteratura medica relativa alle malattie muscolari, dalla più antica alla più recente, e non trovano immagini simili. Aumentano i casi, da molte zone della Francia, con le stesse biopsie e gli stessi segni clinici: dolori muscolari e articolari diffusi alla schiena, alle gambe, alle braccia, ai polsi, così forti che diventano invalidanti. Debolezza muscolare: alzarsi dal letto, vestirsi, lavare i piatti, scendere le scala provoca spossatezza, un certo numero di pazienti ha smesso di lavorare, studenti hanno dovuto rassegnarsi a interrompere gli studi. Non è una malattia infettiva, non si trovano germi.

Se è tossica vanno trovate le fonti di avvelenamento. Nel 1997 parte un’inchiesta dell’Istituto di vigilanza sanitaria francese (InVs). Intanto l’Associazione francese contro le miopatie (AFM) lancia un gruppo di studio sulle malattie muscolari acquisite non immunitarie. Viene dato un nome alla malattia: Miofascite, cioè infiammazione (-ite) del muscolo e delle sue fasce, a forte componente macrofagica, MMF.

Senz’altro è una definizione più precisa della ricorrente “Fibromialgia” italiana.

Il professor Gherardi viene nominato coordinatore degli studi, a lui vanno tutti i dati clinici e di laboratorio raccolti dai colleghi sui malati di questa nuova misteriosa malattia.

La scoperta

Al Centro di Studi nucleari di Bordeaux-Gradignan, dove lavora il dott. Authier, vengono studiati campioni di biopsie muscolari e l’immagine spettrografica risulta essere quella di un metallo, è il tredicesimo elemento del sistema periodico, che non può provenire da polveri in sospensione nell’aria circostante. I muscoli colpiti da miofascite macrofagica sono pieni di alluminio e i ricercatori si chiedono da dove viene, come fa ad essere nei muscoli, si chiedono e da dove viene. Aumentano i malati, in media uno a settimana. Gherardi studia i casi e nel 50% ci sono autoanticorpi, possono esserci rischi di malattie autoimmuni gravi.

La svolta avviene quando nell’ottobre del 1998 arriva al suo laboratorio l’”Encyclopedia of Immunology”, la bibbia sull’immunità, di M. Roitt e P.J. Delves, uscita da poco. In una nota trova: “Alluminio adiuvante in molti vaccini”.

Racconterà lui stesso cosa successe e come arrivò a trovare la causa delle Miofasciti Macrofagiche. Con grande pazienza lui ed altri verificarono se i malati erano stati precedentemente vaccinati e ottennero le conferme. Nonostante la tendenza all’uniformità del potere sanitario, decisero di continuare le loro ricerche, perché si tratta di ricercatori dotati di metodo e di coscienza, veri scienziati, che volevano andare a fondo.

Gli studi e le ricerche

La ricerca dell’equipe comincia a meritare attenzione e viene pubblicata, per la prima volta nel 1998, su Lancet, come una malattia emergente.

Nel 2001 i risultati della prima ricerca con un articolo pubblicato su PubMed e sul Giornale di Neurologia Brain di Oxford Academy, un altro studio, sempre su Brain di Oxford Academy, documenta 50 casi di MMF (Miofascite Macrofagica), tutti vaccinati con adiuvanti alluminici. Sono precisati e descritti i criteri di scelta dei pazienti e i metodi di indagine

Aumentano progressivamente i casi studiati, tra gli altri quelli svolti per verificare la sindrome da stanchezza cronica con MMF del 2003 e uno studio pubblicato nel 2009, in cui i risultati di una ricerca complessa associano MMF con la Disfunzione Cognitiva Cronica, che diventa MACD MMF-Associated Cognitive Dysfunction. Lo studio tradotto in italiano è disponibile, si veda nell’appendice finale.

Nel 2017 in una intervista rivela la rottura con l’Agenzia Francese per la Sicurezza dei Prodotti Sanitari, che aveva finanziato con 150 mila euro una importante ricerca.

L’indagine, cui sono costretti su un modello animale, rivela l’accumulo anche dopo un anno di particelle di alluminio nella milza e nel cervello. Per capire come abbia traslocato da dal muscolo dove si inietta il vaccino, passano a una fase successiva. Realizzano uno strumento particolare con una capsula fosforescente, che ha una copertura di idrossido di alluminio che permette di rilevare la particella nell’organismo. In pochi minuti e in poche ore si attivano i macrofagi che catturano le cellule:

una parte resta al loro posto, una parte si sposta, nel sistema linfatico, nel sangue, poi nel cervello…

Il vaccino passa interamente la barriera cutanea, a causa dell’iniezione nel muscolo. Quindi l’adiuvante, in forma di aggregati insolubili, è spinto all’interno del nostro organismo, si accumula nel sistema muscolare, nel connettivo, dove provoca lesioni e infiammazione, nella milza, nei linfonodi dove causa un esaurimento immunitario, o interrompe il sistema difensivo. Le conseguenze sono enormi.

Abbiamo molti dati da questo lunghissimo e paziente lavoro, forse in Italia non ancora del tutto conosciuto. 25 studi pubblicati, (qualcuno tradotto nella nostra lingua), interviste e un film importante. La sua ricerca ha avuto a un certo sviluppo un finanziamento dalle istituzioni francesi, che hanno dovuto in qualche modo accettarla, interrompendo nel 2010 ulteriori finanziamenti.

Le ricostruzioni della ricerca sono ricavate in parte dal libro di R.K Gherardi Toxic Story. Nei Riferimenti gli studi e i link dell’intervista a un Tv francese e dello straordinario film Vaccini Alluminio e due Conigli, dove si può sentire il racconto della scoperta e del seguito dai protagonisti, danneggiati e ricercatori.

Breve approfondimento

Alluminio

Non c’è alluminio in nessun organismo vivente della terra. Non è presente nel metabolismo delle cellule vegetali o animali che siano. Senza estrarlo dalle viscere della terra, l’alluminio sarebbe ancora sepolto nella litosfera.

È il metallo di gran lunga più presente sulla terra. Gli umani, curiosi e creativi, lo hanno estratto dagli strati di bauxite e l’hanno messo nelle carlinghe degli aerei, nelle vetture, negli utensili da cucina, nelle lattine per bibite, e poi, surrettiziamente, nelle polveri lievitanti, nei deodoranti, nelle creme solari, nei dentifrici, negli additivi alimentari, nel latte artificiale per lattanti, in numerosi farmaci, nel liquido per la dialisi dei nefropatici (e in altri prodotti sanitari, tipo il Maalox, il Phosphalugel e altri), negli alimenti per gli allevamenti di pesci nell’oceano, che ne sono gravemente ammalati. Ormai è dappertutto attorno a noi: nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo.

L’alluminio è stato messo nei vaccini a partire dal 1926 ed è ancora presente in molti i vaccini, senza che siano mai stati fatti, né dalle industrie farmaceutiche, né dallo stato, studi sulla dannosità o la sicurezza dell’alluminio nei vaccini e solo recentemente i vaccini vengono iniettati nei muscoli, come da istruzioni dell’OMS. Va anche detto che all’inizio degli anni 1970, all’Istituto Pasteur di Parigi, l prof. Edgar Relyveld, mise a punto un adiuvante non contenente alluminio, a base di fosfato di calcio, che per 12 anni sostituisce l’idrossido di Al, per esempio nel vaccino DT-Polio 2. Viene bloccato nel 1985, dopo il passaggio del Pasteur a Merieux, che diventa in seguito Pasteur-Sanofi, che impose il ritorno degli adiuvanti con Alluminio, così il fosfato di calcio finì nell’oblio.

Le ricostruzioni della ricerca sono ricavate in parte dal libro di R.K Gherardi Toxic Story. Nei Riferimenti gli studi e i link dell’intervista a un Tv francese e dello straordinario film Vaccini Alluminio e due Conigli, dove si può sentire il racconto della scoperta e del seguito dai protagonisti, danneggiati e ricercatori.

Tessuto Connettivo

E’ interessante conoscere le generalità del Tessuto Connettivo (p.d. propriamento detto), in questo apparato viene inoculato il vaccino. Si vedrà più avanti anche la scoperta del Meridano corrispondente. Qui in Atlante di Citologia ed Istologia Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi (Università degli Studi di Torino), par. 3 Istiociti o macrofagi, definizione approfondita

http://www.istologia.unige.it/styled-19/page3/page3.html

Macrofagi

Sono noti anche come istiociti o istociti), sono cellule mononucleate tessutali che appartengono al sistema dei fagociti. Di quest’ultimo sistema fanno pure parte i granulociti, i neutrofili e i monociti. Essi svolgono un ruolo molto importante nelle risposte immunitarie naturali e specifiche. La loro funzione principale è la fagocitosi, cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i microrganismi, e di distruggerle. Secernono inoltre citochine ad attività proinfiammatoria e presentano l’antigene ai linfociti T-CD4. (wikipedia)

Riferimenti

Studi e Ricerche Gherardi ed Equipe

– 1998 Lancet Miofascite macrofagica: un’entità emergente

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0140673698023265

– 2001 Malattia del sistema nervoso centrale in pazienti con miofascite macrofagica

https://academic.oup.com/brain/article/124/5/974/309940

  -2001 Scintigrafia al gallio-67 nella miofascite macrofagica

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/1529-0131%28200007%2943%3A7%3C1520%3A%3AAID-ANR16%3E3.0.CO%3B2-Q

-2001 Oxford Le lesioni di miofascite macrofagica valutano la persistenza a lungo termine di idrossido di alluminio derivato da vaccino nel muscolo – articolo intero

https://academic.oup.com/brain/article/124/9/1821/303280

2003 Miofascite macrofagica da inclusione di alluminio: una condizione recentemente identificata  ScienceDirect

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S088985610300095X

2003 Sindrome da stanchezza cronica in pazienti con miofascite macrofagica

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/art.10740

2008-2009 Un ruolo per il carico corporeo dell’alluminio nella miofascite macrofagica associata a vaccino e nella sindrome da stanchezza cronica

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306987708004933

2009 La persistenza a lungo termine dell’idrossido di alluminio derivato da vaccino è associata a disfunzione cognitiva cronica

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0162013409001895

2012 Miofascite macrofagica: caratterizzazione e patofisiologia

PubMed intero

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3623725/

2012 Conferenza Stampa: Romain Gherardi – Christopher Exley – Christopher Shaw – Yehuda Shoenfeld “La ricerca sull’Alluminio vaccinale deve proseguire”

http://reseau-environnement-sante.fr/wp-content/uploads/2016/01/DP_Conf_Aluminium_vaccinal.pdf   (copia e incolla per vedere questo documento)

  2015 Frontiers in Neurology documento intero

file:///C:/Users/Alberto/Downloads/Gherardi%20(1).pdf  (copia e incolla per vedere questo documento)

2016 Association Toxicologie Chimie – Paris Analyse collective de l’ouvrage du Docteur Romain GHÉRARDI : Toxic Story « Deux ou Trois Vérités embarrassantes sur les Adjuvants des Vaccins»

http://www.atctoxicologie.fr/images/Livres/Analyse_de_louvrage_de_Romain_Gh%C3%A9rardi_Toxic_Story_-_23_janvier_2017.pdf

(copia e incolla per vedere questo documento)

Associazione di mutuo soccorso per chi soffre di Myofasciite macrofagi

http://www.asso-e3m.fr/

Filmati

Intervista TV francese sottotitoli in italiano

http://informaresenzacensure.blogspot.com/2018/06/alluminio-nei-vaccini-provoca-danni.html

Film Alluminio Vaccini e due Conigli sottotitoli in italiano

/www.quival.it/foods-and-drugs/alluminio-vaccini-conigli.html

Toxic Story in francese

https://www.actes-sud.fr/catalogue/e-book/toxic-story-epub

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